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Di tutte le forme di sviluppo, idee di benessere e aspettative di qualità della vita che si possono immaginare per il futuro, l'unica certamente non più proponibile è quella basata sull'ipotesi che per stare meglio occorre consumare di più. Per molti anni ci si è dimenticati che il nostro Pianeta è un sistema limitato e che quindi nulla può crescere indefinitamente. Una società come quella attuale in cui il benessere economico viene misurato in termini di crescita materiale è quindi intrinsecamente insostenibile. La transizione verso la sostenibilità sarà un processo sociale di apprendimento che necessariamente, per natura e dimensione del cambiamento, sarà vasto e articolato. Il principale teatro della transizione verso la sostenibilità saranno le città e nelle città le abitazioni. Quando le grandi conurbazioni che si stanno formando a livello planetario raggiungeranno la loro massima espansione, per una larga maggioranza della popolazione del Pianeta la vita quotidiana sarà una vita metropolitana dettata da una molteplicità di eventi, scelte consapevoli e casualità che avranno luogo alle più diverse scale spaziali e temporali. In quel momento la casa, oggetto dell'identità storica e dell'azione personale dell'individuo, potrà rappresentare la sintesi formale del cambiamento e il luogo privilegiato delle nuove forme della quotidianità.